domenica 19 settembre 2010

EDWIN A. ABBOTT - Flatlandia


DOVE: in un mondo immaginario a due sole dimensioni
QUANDO: in nessun tempo

Ecco un libro davvero particolare, che consiglio a chi voglia leggere qualcosa di leggero che al contempo nasconda in sè un'anima impegnativa. Perchè Flatlandia dietro l'apparenza "favolistica" del racconto, porta con sè l'ambizioso - e a mio modesto avviso, riuscito - compito di divulgare al grande pubblico uno dei concetti scientifici più ostici: l'esistenza di una quarta dimensione. E lo fa nel modo più semplice possibile, presentandoci un piccolo mondo in due dimensioni, popolato di quadrati, triangoli e cerchi che vivono le loro placide vite bidimensionali. E questo mondo, Abbott ce lo descrive minuziosamente nella prima parte del libro, raccontandone la società, le credenze, le abitudini.Ma cosa succede quando in questo mondo tranquillo giunge una sfera?
Non anticipo nulla, perchè Flatlandia è un libro che va scoperto e digerito passo passo; dico solo che gli eventi inspiegabili che sconvolgeranno il piccolo mondo bidimensionale fanno sorridere e riflettere. Ed aiutano a capire con semplicità che può esserci molto di più di ciò che i nostri sensi sono in grado di percepire con immediatezza. Il tutto, è assolutamente straordinario, se pensiamo che la storia è datata addirittura 1882.
Dietro la storia, l'autore (qui il profilo Wikipedia con maggiori dettagli), teologo e insegnante prima che scrittore, il che certo aiuta a capire ancor di più il sapore in un certo senso "filosofico-religioso" che la narrazione assume in alcuni punti, quando i due mondi - a due e a tre dimensioni - vengono a contatto, con le inevitabili incomprensioni e le difficoltà di percezione che questo comporta (difficile per gli abitanti del mondo bidimensionale riuscire a capire che il misterioso visitatore che svanisce nel nulla è in realtà in grado di muoversi lungo una dimensione che essi non sono in grado di vedere nè tantomeno intuire).
Una storiella scorrevole - giusto nella fase iniziale, personalmente, ho scalpitato un po' quando la lunga e minuziosa descrizione del mondo bidimensionale rallentava un tantino la storia - brillante, deliziosamente intessuta di piccoli bocconi rudimentali di scienza.
Geniale, per menzionare giusto un passo, l'incontro dei personaggi con il mondo unidimensionale del punto (anche in questo caso, non anticipo nulla più di questo onde evitare di togliere gusto alla lettura della storia).
Un libretto all'apparenza senza pretese che però, a chi vuole guardarlo con occhio attento, apre un mondo di riflessioni multisfaccettate, sull'esistenza, sulla nostra percezione del mondo, sulla possibilità che esistano cose - e mondi - che il nostro occhio non sia in grado di percepire, e universi sterminati dei quali noi ignoriamo l'esistenza. Un colpo, insomma, se vogliamo leggerlo in quest'ottica, supponendo di essere noi gli ignari abitanti di Flatlandia, alla nostra mania di sentirci unici, irripetibili, al centro dell'universo.

Un libro che consiglio certamente a tutti coloro che vogliano dare respiro, con un sorriso, alla loro mente a tre dimensioni. ^_^

UN ASSAGGIO:

"Anche mia moglie aveva udito le parole, benchè non ne avesse compreso il significato, e tutti e due balzammo in direzione della voce. Quale non fu il nostro orrore quando ci vedemmo davanti una Figura! A prima vista ci parve una Donna, vista di lato; ma un momento di osservazione bastò a mostrarmi che le sue estremità sfumavano in modo troppo sensibile per un'appartenente al sesso femminile. L'avrei ritenuto un Circolo, ma le sue dimensioni sembravano cambiare in modo impossibile per un circolo o per qualunque altra figura di cui avessi avuto esperienza."


Grassetto

Nessun commento:

Posta un commento