martedì 1 marzo 2011

DOMENICO STARNONE - Ex cattedra



DOVE: in una scuola superiore della periferia romana
QUANDO: anno scolastico 1985-1986

L'arguta penna di Starnone ci trascina nell'irresistibile descrizione della vita di un professore, snocciolata in forma di diario attraverso un solo anno scolastico, a cavallo tra il 1985 e il 1986. Con uno stile sciolto ed irresistibilmente accattivante, aiutato dall'esperienza autobiografica dell'autore - egli stesso un insegnante - ci addentriamo così in un mondo al quale tutti noi, per un periodo della nostra vita, apparteniamo, guardandolo però attraverso gli occhi di un professore. Un mondo nel quale i professori sembrano inerosabilmente intrappolati da un malefico incantesimo che li costringe, come il Ritratto di Dorian Gray, ad invecchiare anno dopo anno mentre intorno a loro la gioventù si rinnova con i propri colori. Dove studenti dai nomi vagamente pittoreschi - Timballo Daniele, Martinelli Stefy, Menegozzi Catia con la "C" - tra gite scolastiche, autogestioni e minacciosi comunicati del preside cercano a loro modo il loro posto nel mondo. Dove i professori prendono l'odore stantio dei panini al tonno costretti a trangugiare nei periodi di scrutini, quando restano prigionieri di estenuanti votazioni ed altrettanto estenuanti discussioni per cercare di strappare un misero punticino al collega intransigente. Un libro breve che si sorseggia d'un fiato come un caffè, e che in un battito d'ali ci porta attraverso le stagioni, la polvere dei cancellini, l'eco della campanella nei corridoi, il ciabattare svogliato dei bidelli. e che consiglio vivamente soprattutto a chi, come me, avendo degli insegnanti in famiglia saprà apprezzare ancor di più l'ironico dipanarsi di un inconsueto "dietro le quinte" della scuola italiana.

UN ASSAGGIO:

"Ora vago per i corridoi, in una scuola che sta tra la sezione staccata del tribunale dell'Inquisizione e un lazzaretto nel pieno della pestilenza. Nelle classi c'è poca gente. La gran parte degli studenti o si sta appiccicando nozioni nei cessi o si sta facendo interrogare fuori orario, una domandina veloce in un'altra classe, in sala professori, in biblioteca. Molti invece si aggirano con gli occhi rossi lanciando bestemmie e non c'è giorno che non si veda qualche studentessa distesa su due banchi priva di sensi, mentre l'amica del cuore strilla : "aria, aria!" E il preside arriva gridando: "chiamate l'insegnante di educazione fisica", una categoria che lui considera piena di medici e taumaturghi, visto che sa un po' d'anatomia."

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