mercoledì 23 marzo 2011

KENZABURO OE - Una famiglia


DOVE: Tokyo (Giappone)
QUANDO: tra gli anni '60 e gli anni '90

Ecco un libro (*) che parla di dolore ma, anche di rinascita. E' la storia vera di un uomo che, solo poche ore dopo la gioia più grande - quella di diventare padre - vede spalancarsi sotto i suoi piedi il baratro della disperazione; perchè il piccolo e paffuto Hikari, roseo ed innocente come tutti i neonati, è in realtà affetto da una grave malformazione cerebrale. Solo dopo un complicato intervento chirurgico, come scrive il padre stesso, potè cominciare a "vivere in questo mondo". Una vita resa difficile dalla sua disabilità, che rendeva il suo corpo in crescita prigioniero di una mente che era come cristallizzata in un'età senza tempo; una vita che, come è prevedibile, non manca di stravolgere quella di chi gli sta accanto.
La storia di questa famiglia è la storia di come la vita possa cambiarti con la rapidità di un colpo di vento; anche quando sei uno scrittore e studioso di letteratura con davanti a sè un futuro roseo e sereno. Senza pudore, guardando a ritroso attraverso la sua vita, Kenzaburo Oe descrive allora la rabbia, l'angoscia, l'impegno, l'amore, l'ammirazione per la quieta pazienza della moglie e per la tenacia dello stesso Hikari, che incanala la sua voglia di comunicare nella musica divenendo un sorprendente compositore in grado di trasmettere con le note le emozioni intrappolate per anni nel bozzolo del suo handicap.
Un romanzo che trasporta in una Tokyo diversa da quella sorridente, trafficata e scintillante di luci che immaginiamo; una città di silenzioso dolore, di impegno quotidiano, di difficoltà.
Perchè la disabilità non ha confini nè passaporti.

*NB: il libro è stato originariamente pubblicato suddiviso in una serie di articoli sulla rivista Giapponese "Sawarabi"; Oe aveva però già descritto la storia di Hikari in un romanzo scritto più a caldo (nel 1964) ed intitolato Un'esperienza personale.


UN ASSAGGIO:

"Ci vuole una certa dose di coraggio - e di un coraggio venato d'amarezza - per ammettere che ci sono stati e ci sono momenti in cui qualcuno nella mia famiglia non riesce a controllare la rabbia nei confronti di Hikari; e mi riferisco soprattutto a me stesso.
Se devo parlare da un punto di vista concreto, penso che questo stato d'animo assomigli all'insofferenza che assale talvolta i medici, gli infermieri, i fisioterapisti o gli psicoterapeuti verso i loro pazienti - e questo pensiero mi fa balenare davanti agli occhi l'immagine di me stesso vecchio egoista che, in un futuro non così lontano, infastidisce familiari e infermieri e viene trattato di conseguenza. Quando Hikari aveva cinque o sei anni, superava i suoi coetanei in statura e corporatura, ma il suo sviluppo psichico era quello di un bambino di tre anni. Quando uscivamo insieme per una passeggiata, si lasciava cadere a terra bruscamente nei posti e nei momenti più impensati, oppure si lanciava nella direzione che aveva scelto, quasi slogando la spalla di chi lo teneva per mano."

3 commenti:

  1. Grazie per la segnalazione, dev'essere un gran bel libro! Un abbraccio

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  2. ciao!!! ma il tuo blog è BELLISSIMO!!! le tue recensioni si fanno leggere, scrivi bene e non lo dico giusto per dire!! poi bella l'idea dei DOVE E QUANDO.. insomma sei brava! :)
    e a proposito del libro.. beh io sono infermiera quindi leggere questo libro potrebbe aiutarmi a comprendere il punto di vista dei parenti dei miei pazienti :)

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  3. @Marifra: lo è davvero.. delicato, intimo ed introspettivo.

    @Lisa: grazie mille ^-^.. anche a me sono piaciute moltissimo le tue recensioni!

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