lunedì 12 dicembre 2011

JOSEPH SHERIDAN LE FANU - Carmilla


DOVE: in un solitario castello nella Stiria austriaca
QUANDO: alla fine dell'800

Ammetto di non essere una cultrice del genere horror, fatta eccezione per quello classico. Per intenderci, quei racconti che sono stati scritti a lume di candela e che hanno la capacità di dare i brividi con le loro semplici atmosfere silenziose, fatte di fredde magioni isolate, di parchi avvolti in una nebbiolina pungente, di ombre che scivolano silenziose attraverso i corridoi bui. Ecco, Carmilla di Joseph Sheridan Le Fanu è proprio una di quelle storie; breve (non a caso, trovò spazio a suo tempo nella fantastica iniziativa editoriale della Newton, 100 pagine 1000 lire, impagabile per i lettori insaziabili come la sottoscritta! ^_^) eppure intensa, capace di risucchiarti nella solitudine dell'Austria di fine'800 dove - su una collina circondata dalla foresta - sorge il silenzioso Schloss in cui si svolge la vicenda. Laura, la giovane protagonista, figlia di un soldato dell'esercito austriaco ora in pensione, per metà inglese e per metà austriaca, vive qui le sue solitarie giornate, con la sola compagnia della governante e di uno sparuto gruppo di domestici. Malgrado la pittoresca poeticità del luogo, inevitabile per la giovane soffrire la solitudine; immaginate quindi la sua gioia quando, per uno di quei bizzarri scherzi che talvolta il destino gioca, si trovano ad ospitare nel loro castello una sconosciuta ed affascinante fanciulla, affidata alle loro cure da una madre ansiosa di riprendere quello che - a suo dire - è un viaggio d'importanza vitale. L'amicizia sboccia dunque tra le due giovani, sebbene Carmilla - questo il nome della giovane ospite - manifesti una certa languidezza dei movimenti e, ben presto, cominci a mostrare nei confronti della padrona di casa una certa ambigua attrazione ed un ardore quasi da innamorata. E come spiegare l'inquietante somiglianza della giovane con quel volto di donna apparso in un incubo piuttosto realistico a Laura moltissimi anni prima, provocandole un'inquietudine trascinatasi fino alla giovinezza? La bellezza e il fascino di Carmilla racchiudono forse un segreto?
Appassionante grande classico tra le storie di vampiri, che anticipa di vent'anni il Dracula di Bram Stoker. Se amate i silenzi dei boschi, le buie notte stellate, il cigolare dei chiavistelli e la tremula luce delle candele, questo è il racconto che fa per voi.

UN ASSAGGIO:

"La stanza che di solito usavamo come salotto è lunga, con quattro finestre, e guarda verso il lago e il ponte levatoio, cioè sul luogo dove è avvenuta la scena che ho appena descritto. E' arredata con mobili di legno di quercia, molti stipi intagliati e poltrone coperte di velluto rosso di Utrecht.Le pareti sono tappezzate di arazzi in cornici dorate, con figure a grandezza naturale, in costumi antichi e molto curiosi; rappresentano scene di caccia, di falconeria e di festeggiamenti. Ma non bisogna pensare che sia troppo solenne; anzi, è molto comoda ed è lì che prendevamo il tè perchè, per i soliti intenti patriottici, continuavamo a farci servire la bevanda nazionale insieme alla cioccolata ed al caffè.
Quella notte ci riunimmo lì, con le candele accese, parlando dell'avvenimento della serata.
La signora Perrodon e la signorina De Lafontaine erano con noi. La giovane straniera si era addormentata non appena aveva posato la testa sul cuscino; le due governanti l'avevano lasciata alle cure di una cameriera.
' Cosa ne pensate della nostra ospite?' chiesi appena la signorina entrà 'Ditemi di lei.'
'Mi piace moltissimo' rispose la governante 'Io credo che sia la creatura più graziosa che abbia mai visto; ha circa la tua età ed è molto carina e simpatica.'
'E' bellissima' intervenne la signorina Delafontaine che era entrata per un attimo nella camera della ragazza.
'E che voce dolce!' aggiunse la signora Perrodon.
'Avete notato una donna nella carrozza, dopo che l'avevamo raddrizzata, che non è mai scesa?' chiese la signorina Delafontaine 'Si è limitata a guardare dal finestrino.'
No, non l'avevamo vista.
Allora descrisse un'orribile donna vestita di nero, con un turbante in testa, che aveva guardato fuori dal finestrino per tutto il tempo, annuendo e sogghignando ironica verso le signore, con occhi lucenti e dilatati, e i denti stretti, come in preda all'ira."