sabato 15 dicembre 2012

SUSAN PALWICK - Anime in volo

DOVE: Winsconsin, USA
QUANDO: ai giorni nostri

Una storia toccante e poetica quella che descrive la Palwick, trasportandoci - è il caso di dire - in volo nella provincia americana, quella delle piccole casette senza staccionata, delle spensierate gite in riva al lago, delle scuole con gli armadietti di metallo e la combinazione da tenere a mente. Qui vive Emma, adolescente timida ed impacciata, il cui infagottarsi dentro enormi felpe informi ed essere scostante verso le innocenti civetterie delle sue coetanee nasconde, forse, qualcosa di più di un'indole fortemente introversa. Anche se, agli occhi della comunità, la sua è una famiglia esemplare: il padre è un medico stimato, la madre una donna affascinante e colta. Certo, una famiglia segnata dalla perdita della primogenita Ginny, graziosa e prediletta dalla mamma, ma pur sempre una famiglia rispettabile.
Eppure, proprio nella perfezione di quel quadretto made in USA, si annida la piu' tremenda delle abiezioni umane; lo sa bene la piccola Emma, che ogni sera nel letto attende con cuore in gola la "visita" del padre, divisa tra la rabbia contro cecità della madre e quella contro il proprio corpo, reo di attirare verso la sua cameretta di bambina la bestia nera nascosta dietro l'aria sorridente ed affabile dello stimatissimo chirurgo. Ne' l'amicizia sincera di Jane, ne' l'affetto indagatorio della sua insegnante riescono a scalfire il muro che Emma ha costruito attorno a se'; l'unica via di fuga che la ragazza trova nella sua disperazione e' in quella capacità di allontanarsi dal proprio corpo, in quei terribili momenti, nell'attesa che tutto finisca. Ed e' proprio durante queste esperienze extracorporee che Emma incontra, sul soffitto della sua cameretta, l'odiatissima Ginny, la defunta sorella perfetta il cui paragone per lei è costante fonte di frustrazione, Ginny che era così brava, dolce e graziosa, mentre lei e' una piccola, goffa ed imbranata creatura. Ma quando con il tempo la loro amicizia cresce, Emma finisce per conoscere meglio quella ragazzina esile, così diversa da lei eppure così vicina, quella sconosciuta svanita nel nulla quando lei ancora non era venuta al mondo e che pero' ha con la sua esistenza molto più in comune di quanto non sembri.. Perchè anche la sorridente, leggiadra, graziosa Ginny ha avuto una vita tutt'altro che felice.....


UN ASSAGGIO:

"Si allontano' le mani dalla bocca: ' sei cattiva!' Esclamo' con voce rotta. Scoppio' a piangere, e lacrime rilucenti le scorrevano lungo le guance da Biancaneve.
'Hai ragione. Devo essere cattiva con qualcuno, e mi sei capitata tu sotto tiro. Tu non esisti nemmeno.'
Ginny si raggomitolo' di nuovo e prese a dondolare.
'Non è vero! Esisto come te!Anche se non ricordo nulla!'
'Invece no, sei morta. Comunque adoro essere cattiva. E lo saro' ancora di più, visto che sono viva e tu no. Sapevi che per due settimane dopo la mia nascita la mamma si e' rifiutata di prendermi in braccio perche' non ero te? Me l'ha confessato una volta. Io non me lo ricordavo, e' stata lei a dirmelo. Il quarto sabato del mese porta i fiori sulla tua tomba, con qualunque tempo, anche con venti gradi sotto zero, anzi, soprattutto quando fa freddo, perchè sei morta a gennaio. Nella tua stanza non entra, ma al cimitero ci va ogni mese. Figurati. E trascina anche me, per raccontarmi in continuazione episodi della tua vita, nella speranza che finisca per assomigliarti...'
'Ma se mi assomigliassi saresti morta' commento' Ginny, asciugandosi il viso con il dorso della mano. Le sue dita sottili tremavano come ramoscelli scossi da un vento gelido. 'La mamma non vorrebbe. Ne sono sicura.'
'Io no. Se morissi potrebbe illudersi che ero bella. Tu non sei bella come pensa lei, lo sai? Sembri uno stecchino,'
'Lo so.' si limito' a rispondere, e anche se la odiavo provai vergogna.Era carina davvero come nella foto; era così magra solo perchè prima di morire era stata molto male; aveva lottato con la polmonite per settimane mentre la mamma piangeva al suo capezzale e mio padre, l'onnipotente medico, incapace di salvarla, imprecava. Conoscevo a memoria quella storia."

Nessun commento:

Posta un commento