domenica 16 dicembre 2012

EVA RICE - L'arte perduta di mantenere i segreti

DOVE: Londra e i suoi dintorni rurali
QUANDO: a cavallo tra il 1954 e il 1955.

Ecco uno di quei libri che sono in grado di incantare i sensi. Di quelli che, quando chiudi l'ultima pagina, hai ancora sulla pelle il vento pungente dell'inverno londinese, nel naso l'odore delle sigarette e dei profumi costosi che evaporano nel chiuso dei locali piu' chic, aleggiando sopra il chiacchiericcio delle testoline leggere di adolescenti viziatissime, dal rossetto sgargiante e una preoccupante propensione per l'alcol e la superficialità. Ma soprattutto, è un libro che si muove a suon di musica. Quella zuccherosa e melodica di Johnny Ray, di cui le due giovani protagoniste sono pazzamente innamorate come solo due diciottenni sanno essere, e della sua The Little White Cloud That Cried, o quella sensuale, pepata, energica di un ancora sconosciuto (perlomeno in Europa) Elvis Presley in Mistery Train, che incanta con il suo ritmo infuocato il fratello della protagonista, trascinandolo nella spira del piu' puro rock and roll.
Ma andiamo con ordine..
Siamo nel dopoguerra, quando quasi con stupore le famiglie della Londra "bene" riprendono la loro vita scintillante sotto l'occhio vigile dei rotocalchi; ed è qui, in un freddo pomeriggio di metà novembre, che la giovane ed un tantino impacciata Penelope Wallace s'imbatte in Charlotte, anticonvenzionale, disinvoltamente bella, eccentrica, che le apre improvvisamente le porte di quel mondo. Con lei, il suo ammaliante cugino Harry - apprendista mago - e la bellissima e caotica zia Claire, Penelope addenta con piacere tutto cio' che la città puo' offrirle; perchè lei e il fratello Inigo, confinati nella cadente Milton Magna Hall, mastodontica dimora di origine medievale che cade a pezzi, nel silenzio della campagna inglese, sotto il peso dei debiti, fino ad allora avevano poco più che sognare ad occhi aperti l'America davanti al giradischi. La mamma Talitha, bellissima trentacinquenne resa vedova dalla guerra, fatica a risollevarsi dalla perdita del marito e lascia infatti languire lentamente attorno a se' la casa, mentre i due figli adolescenti, affamati di vita, d'amore e di successo, tentano in tutti i modi di reagire a quella muta decadenza.
E quando Harry chiede aiuto a Penelope per fare ingelosire la bellissima e capricciosa Marina Hamilton, protagonista della stampa mondana nonche' sua ex, gli ingranaggi di qualcosa che cambierà le loro vite si mettono in  moto.....
Delizioso, scorrevole, poetico viaggio negli anni Cinquanta che trovo ottimamente sintetizzato nel commento - riportato sul retro di copertina - di Cosmopolitan:

Se Jane Austen fosse ancora in circolazioone, scriverebbe libri come questo. Eva Rice serve ai lettori un trancio di letteratura vintage così delizioso che vien voglia di mangiarlo in un boccone!

Ok, di solito non amo riportare gli altrui commenti nelle mie recensioni; e forse tirare in ballo la zia Jane e' un tantino azzardato... ma l'occasione di tuffarsi in un ambiente così particolare è forse unica, e pare quasi di sentir scricchiolare il pavimento di Milton Magna Hall sotto i nostri passi, mentre fuori fiocca la neve...

UN ASSAGGIO:

"Alle cinque del mattino Inigo dichiaro' di avere una voglia terribile di uova alla coque; ma le lasciammo nell'acqua troppo a lungo, mentre Harry ci mostrava il trucco del cucchiaio che spariva, e alla fine diventarono sode. Le sgusciammo (operazione difficile visto che tutti avevamo bevuto come non mai) e le intingemmo nella saliera; io tagliai delle irregolari fette di pane e le imburrai in un modo che Mary avrebbe definito generoso. Charlotte ci preparo'  del caffe' forte, ben zuccherato, e Harry mi colpì versando nella tazza quello che restava del suo brandy con un sospiro di disperazione.
Poi ci infilammo gli stivali e facemmo scricchiolare la neve sotto i piedi fino a raggiungere la panca davanti allo stagno delle anatre, armati di plaid e sciarpe.
"Che meraviglia di posto in cui vivere!" continuava a dire Charlotte. "Chi si rintana nella casa in fondo al viale? Ci siamo passati venendo qui".
"La Dower House? E' li che abitavamo durante la guerra. Quando siamo tornati a Magna, ci perdevamo in continuazione." disse Inigo. "La casa non e' piccola, ma quando sei lì puoi sentire chiunque ti chiami ad alta voce. Nell'East Wing di Magna siamo praticamente ad un altro fuso orario."
Charlotte ridacchio'- "Abbiamo passato gran parte della guerra nell'Essex, dalla mia prozia. Noi non vedevamo l'ora di tornare a Londra. La' tutto ci sembrava maledettamente eccitante, e invece eravamo segregati nel mezzo del nulla."
Mi dichiarai d'accordo.
"Mi sentivo frodata. Zia Claire se ne stava in città, e per quanto ne sapevo si divertiva un mondo. Faceva sempre colazione da Fortnum's con i calcinacci che le cadevano in testa. Diceva che la guerra era inebriante."





sabato 15 dicembre 2012

SUSAN PALWICK - Anime in volo

DOVE: Winsconsin, USA
QUANDO: ai giorni nostri

Una storia toccante e poetica quella che descrive la Palwick, trasportandoci - è il caso di dire - in volo nella provincia americana, quella delle piccole casette senza staccionata, delle spensierate gite in riva al lago, delle scuole con gli armadietti di metallo e la combinazione da tenere a mente. Qui vive Emma, adolescente timida ed impacciata, il cui infagottarsi dentro enormi felpe informi ed essere scostante verso le innocenti civetterie delle sue coetanee nasconde, forse, qualcosa di più di un'indole fortemente introversa. Anche se, agli occhi della comunità, la sua è una famiglia esemplare: il padre è un medico stimato, la madre una donna affascinante e colta. Certo, una famiglia segnata dalla perdita della primogenita Ginny, graziosa e prediletta dalla mamma, ma pur sempre una famiglia rispettabile.
Eppure, proprio nella perfezione di quel quadretto made in USA, si annida la piu' tremenda delle abiezioni umane; lo sa bene la piccola Emma, che ogni sera nel letto attende con cuore in gola la "visita" del padre, divisa tra la rabbia contro cecità della madre e quella contro il proprio corpo, reo di attirare verso la sua cameretta di bambina la bestia nera nascosta dietro l'aria sorridente ed affabile dello stimatissimo chirurgo. Ne' l'amicizia sincera di Jane, ne' l'affetto indagatorio della sua insegnante riescono a scalfire il muro che Emma ha costruito attorno a se'; l'unica via di fuga che la ragazza trova nella sua disperazione e' in quella capacità di allontanarsi dal proprio corpo, in quei terribili momenti, nell'attesa che tutto finisca. Ed e' proprio durante queste esperienze extracorporee che Emma incontra, sul soffitto della sua cameretta, l'odiatissima Ginny, la defunta sorella perfetta il cui paragone per lei è costante fonte di frustrazione, Ginny che era così brava, dolce e graziosa, mentre lei e' una piccola, goffa ed imbranata creatura. Ma quando con il tempo la loro amicizia cresce, Emma finisce per conoscere meglio quella ragazzina esile, così diversa da lei eppure così vicina, quella sconosciuta svanita nel nulla quando lei ancora non era venuta al mondo e che pero' ha con la sua esistenza molto più in comune di quanto non sembri.. Perchè anche la sorridente, leggiadra, graziosa Ginny ha avuto una vita tutt'altro che felice.....


UN ASSAGGIO:

"Si allontano' le mani dalla bocca: ' sei cattiva!' Esclamo' con voce rotta. Scoppio' a piangere, e lacrime rilucenti le scorrevano lungo le guance da Biancaneve.
'Hai ragione. Devo essere cattiva con qualcuno, e mi sei capitata tu sotto tiro. Tu non esisti nemmeno.'
Ginny si raggomitolo' di nuovo e prese a dondolare.
'Non è vero! Esisto come te!Anche se non ricordo nulla!'
'Invece no, sei morta. Comunque adoro essere cattiva. E lo saro' ancora di più, visto che sono viva e tu no. Sapevi che per due settimane dopo la mia nascita la mamma si e' rifiutata di prendermi in braccio perche' non ero te? Me l'ha confessato una volta. Io non me lo ricordavo, e' stata lei a dirmelo. Il quarto sabato del mese porta i fiori sulla tua tomba, con qualunque tempo, anche con venti gradi sotto zero, anzi, soprattutto quando fa freddo, perchè sei morta a gennaio. Nella tua stanza non entra, ma al cimitero ci va ogni mese. Figurati. E trascina anche me, per raccontarmi in continuazione episodi della tua vita, nella speranza che finisca per assomigliarti...'
'Ma se mi assomigliassi saresti morta' commento' Ginny, asciugandosi il viso con il dorso della mano. Le sue dita sottili tremavano come ramoscelli scossi da un vento gelido. 'La mamma non vorrebbe. Ne sono sicura.'
'Io no. Se morissi potrebbe illudersi che ero bella. Tu non sei bella come pensa lei, lo sai? Sembri uno stecchino,'
'Lo so.' si limito' a rispondere, e anche se la odiavo provai vergogna.Era carina davvero come nella foto; era così magra solo perchè prima di morire era stata molto male; aveva lottato con la polmonite per settimane mentre la mamma piangeva al suo capezzale e mio padre, l'onnipotente medico, incapace di salvarla, imprecava. Conoscevo a memoria quella storia."

venerdì 7 dicembre 2012

UNA MAGICA NEVICATA di DONI su "La Locanda dei Libri" ^_^

... Il Natale si avvicina... e perchè, tra un viaggio e l'altro, non dedicare un po' di spazio alla bellissima iniziativa del blog La Locanda dei Libri, dedicata a chi ama scrivere?




 L'occasione è davvero ghiotta.... naturalmente rimando al loro sito per tutte le info dettagliate, ma il succo è: tirate fuori dai cassetti i vostri sogni, o voi aspiranti scrittori!! Basta un racconto (max 10 pagine Word) dedicato al Natale per poter ricevere sotto l'albero uno dei 4 pacchi dono messi in palio dal blog, pacchi che - manco a dirlo - contengono libri.

E non solo; tutti i racconti inviati verranno raccolti in un e-book scaricabile direttamente dal blog stesso.. una sorta di piccola "vetrina" per tutti, vincitori e non ^_^

Per quanto mi riguarda, divulgo con doppio piacere questa iniziativa, non soltanto perchè amo scrivere, ma perchè ho il piacere di comunicare che uno dei pacchetti conterrà, tra gli altri, anche il mio libro!! E devo dire che è una bella emozione immaginare che sarà li' impacchettato insieme ad altri due "compagni di viaggio", in attesa di partire alla volta del fortunato vincitore (nello specifico, quello che si aggiudicherà il secondo premio!!)..

Ultimo, importantissimo dettaglio: la scadenza per l'invio dei racconti e' il 19 dicembre, percio' affrettatevi!!

Percio', in bocca al lupo a tutti i partecipanti, e come sempre, mi auguro che la mia favoletta piacera' a chi se la trovera' tra le mani!!!


martedì 4 dicembre 2012

MARGHERITA OGGERO - La collega tatuata

DOVE: Torino
QUANDO: in un autunno contemporaneo

Autunno cittadino. Vento pungente, luci dei lampioni che si riflettono giallognole sull'asfalto lucido, traffico congestionato, frotte di adolescenti imbacuccati nel look d'ordinanza che attraversano diretti tutto sommato con incedere allegro verso scuola. Ecco, una comune scuola di un qualsiasi quartiere  di una qualsiasi città, è lì che tutto comincia. Siamo all'inizio dell'anno scolastico quando l'affascinante Bianca De Lenchantin - impeccabile, tornita, un tantino snob - entra a far parte del corpo docente del Fibonacci suscitando una punta d'invidia nelle sue male assortite colleghe. Come la quarantenne caotica, acuta, ironica ed imperfetta che fa da voce narrante alla storia e che, trovatasi casualmente a sedere accanto alla nuova collega di francese durante una noiosa riunione di inizio anno, non puo' che provare istintivamente antipatia verso di lei, tantopiù che si sospetta sia stata l'avvelenatrice di Flick, l'amatissimo cane della sua amica Gina, il quale - ahime' - aveva pero' la poco apprezzabile abitudine di ficcare naso, muso e tutto il resto nei giardini altrui.
Quando pero' la biondissima De Lenchantin scompare nel nulla per essere poi rinvenuta cadavere, tutto cambia. Perchè la nostra brillante protagonista, a metà tra Jessica Fletcher e Bridget Jones, non puo' non provare un moto di umana pietà verso una vita spezzata. E decide - complice un fascinoso agente di polizia, ed alcuni indizzi stuzzicanti capitatili tra le mani per puro caso - di mettersi ad indagare. Chi ha potuto far del male alla collega bella e perfetta? E cosa significa quel piccolo tatuaggio intravisto appena sopra il polso della vittima, così fuori luogo in una donna tanto chic ed elegante?
Con una scrittura che scivola giu' deliziosa come una cioccolata calda, un romanzo da gustare in un pomeriggio grigio, piovoso e musone come questo. ( e non mi dilungo più di così, trattandosi di un giallo....^_^ .. Buona lettura!!)


UN ASSAGGIO:

"Lunedi 13 ottobre aveva grandinato casini e scocciature. Il lunedì e' sempre un giorno maligno, gli allievi son tutti sbadiglianti e io pure, ma loro arrivano anche col contagocce - due alle otto e dieci, tre alle otto e un quarto, uno alle otto e venti: io ho perso il pullman, a me non è suonata la sveglia, il motorino non partiva o anche niente del tutto come giustificazione - e io ogni volra a ripetere che la scuola non è un  bar che la puntualità è rispetto del prossimo eccetera, poi è ovvio che non si puo' interrogare, la dispensa dalle interrogazioni il lunedi' è un diritto acquisito e chi lo nega è come minimo fascista. Per non calar del tutto le braghe facendogli fare i cosiddetti esercizi di comprensione dei testi - cioe' scopiazzature malcucite inframezzate da resoconti dettagliati e non sommessi sui trascorsi della domenica - non resta che spiegare l'impianto della Vita Nuova o i legami fra la tradizione epico-cavalleresca e il Furioso o quel che tocca, sperando che, verso le nove, nove e mezzo, qualcuno ti faccia una domanda pertinente e non apra la bocca solo per dirti che va al cesso.