mercoledì 5 novembre 2014

STEPHEN KING - Cuori in Atlantide


DOVE: Harwich, Connecticut, USA
(ma anche Universitò del Maine e giungla vietnamita)
QUANDO: tra gli anni '60 e gli anni '90

Rieccomi qua, arrancando un po' a causa di un pc vecchiotto che fatica a connettersi in wireless e la cui batteria ormai è inesistente... il che mi costringe a tutto un groviglio di cavi alimentazione, cavo telefono, cavo USB per caricare foto.....
Da premettere una cosa fondamentale: non sono una grande lettrice di Stephen King, semplicemente perchè sono un soggetto facilmente suggestionabile ed ho sempre avuto timore di avventurarmi in certe sue opere. Perchè lui, diciamolo, scrive incredibilmente bene. Ha uno stile semplice, senza tanti fronzoli, eppure ti proietta esattamente dove vuole. Il che mi induce a credere che finirei faccia a faccia col pagliaccio di IT, o con la psicopatica di Misery non deve morire.... perciò non me ne voglia, King, se della sua opera mi limito ad una conoscenza parziale.
Non sono nemmeno una detrattrice del genere horror, anzi mi reputo una lettrice onnivora, condividendo in questo senso un pensiero bellissimo che compare proprio nella prima parte del suo libro:

"Qualche volta leggi per il gusto della storia, Bobby. Non fare come quegli snob che si attaccano alla forma. Qualche volta leggi per il piacere delle parole, per il linguaggio. Non fare come quei timorosi che hanno paura di non capire. Ma quando trovi un libro che ha insieme una bella storia e un bel linguaggio, tienilo a cuore."

Ma andiamo con ordine. Bobby Garfield, ragazzino smilzo cresciuto negli anni'60 della provincia americana, orfano di padre e con una madre allo sbaraglio, presa dalla necessità di quadrare i conti a fine mese e forse anche un tantino avida, vive una vita semplice coi due amici di sempre, Carol Gerber e Sully John.
Quando sua madre decide di affittare una camera al piano di sopra per raggranellare qualche dollaro in più, ecco che la vita di Bobby incrocia quella di Ted Brautigan. Un uomo maturo, solitario, misterioso, che un bel giorno affida a Bobby un incarico: sorvegliare il quartiere in cerca di misteriosi "segnali", ma soprattutto segnalargli la presenza di inquietanti uomini bassi in soprabito giallo. Inutile dire che l'undicenne Bobby si tuffa in quest'avventura con tutto il suo entusiasmo da ragazzino, anche quando la storia incomincia a "scottare" e prendere dei contorni sovrannaturali.
Questo l'innesco della vicenda, in un quartiere residenziale come tanti, in cui il continuo abbaiare del cane della signora O'Hara fa da sottofondo alle vicende di tre ragazzini uniti da un'indissolubile amicizia che però ben presto sfuma nella dolcezza del ricordo; perchè la vita finisce per separarli, sballottandoli qua e là.
Sully John, massiccio, atletico, giocherellone, nel caos infuocato del Vietnam.
Carol Gerber coi suoi occhioni limpidi all'università del Maine, dove viene folgorata dal fascino ribelle delle associazioni pacifiste.
E Bobby.... beh, lui semplicemente sparisce per anni, fino a quando non compare, cinquantenne, lì dove tutto era iniziato, ad Harwich, Connecticut, per rimettere insieme i pezzi del puzzle della sua vita.
Più di questo, non posso raccontare. Diciamo solo che ci sono intrecci, nel corso degli anni, che li portano a sfiorarsi senza che se ne rendano conto.
Un viaggio particolarissimo attraverso anni infuocati di violenza e di ottimismo, di innovazione, di grandi battaglie e di sconfitte, di adolescenti in tempesta dediti al gioco di carte benchè questo comprometta la loro carriera universitaria gettandoli in pasto alla macina dell'esercito, che chiede sempre carne fresca da inviare "nel verde", anni di illusioni e di amori infranti, di crescita e di nostalgia, sui quali aleggia sempre e comunque lo spirito impalpabile dell'amicizia d'infanzia, quello che basta una semplice foto con tre ragazzini in posa a smuoverlo, sollevando i ricordi come il vento solleva la sabbia....

UN ASSAGGIO:

 "L'ultimo giorno di aprile, undicesimo compleanno di Bobby, sua madre gli consegnò un pacchettino sottile avvolto in carta d'argento. Dentro c'era una tessera bibliotecaria arancione. Una tessera per la biblioteca degli adulti. Addio Nancy Drew, Hardy Boys e Don Wislow. Benvenuti a tutti gli altri protagonisti colmi di storie di passioni misteriose e torbide come "Il Buio in Cima alle Scale" Per non parlare di pugnali insanguinati nelle stanze di qualche torre (c'erano misteri e torri anche nelle storie di Nancy Drew e Hardy Boys, ma ben poco sangue e mai passione).
"Ricorda solo che la signora Kelton al banco prestiti è amica mia." Lo ammonì sua madre. Il tono era quello asciutto delle intimazioni, ma vedeva che suo figlio era contento ed era felice per lui. "Se cerchi di prendere qualcosa di spinto come 'I peccati di Peyton Place' o ' Delitti senza castigo', lo verrò a sapere."
Bobby sorrise. Sapeva che era vero.


PS: ho inserito tra i tag anche 'amore per la lettura' e non a caso ho scelto questo stralcio perchè "Cuori in Atlantide" è pervaso da continui ed espliciti richiami ad un libro per ragazzi, libro che Ted regala a Bobby per il suo compleanno e che affascinerà profondamente il ragazzino....
Volete sapere qual è? Date un'occhiata qui....

giovedì 2 ottobre 2014

Gabriel Garcia Marquez - L'Amore ai Tempi del Colera

                                                               

DOVE: in una città coloniale dei Caraibi

QUANDO: a cavallo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.

Che meraviglia, Marquez. Mi rendo conto di dire una banalità, ma lo ritengo uno dei più straordinari scrittori del nostro tempo. In poche righe, è in grado di trasportarti lontano, in quei Caraibi verdi e lussureggianti che ti sa pennellare davanti agli occhi con tanta maestria che finisci per sentire sulla pelle l'aria afosa e umida, il profumo dei fiori, il ronzio degli insetti e la confusione delle strade umide di una città coloniale affollata e rumorosa. I suoi libri sono così, temi quasi di rimanerci invischiato dentro come il Bastian de "La Storia Infinita", intrappolato nell'incanto di quelle descrizioni.
Ed è con Marquez che ritorno finalmente al mio blog, dopo un anno di assenza dovuto a stravolgimenti nella mia vita personale che mi hanno fatto vacillare non poco. Nulla che non sia capitato ad altri, per carità. Ma in questo periodo di grandi cambiamenti ed atrettanto grandi riflessioni i libri non mi hanno mai abbandonato; ed ora che sto, lentamente ed a fatica, riprendendo il bandolo della matassa e ricominciando a far scorrere la mia vita, rientro nel piccolo mondo del blog con un piccolo capolavoro.
Tanto per cominciare, si parla d'amore. Lui è il giovane Florentino Ariza, impiegato dell'ufficio postale dai capelli da indio e dall'ardente spirito poetico celato dietro un aspetto gracile ed un carattere riservato. Lei Fermina Daza, fiera rampolla di un uomo agiato, di cui Florentino s'innamora con la violenza che solo uno spirito Romantico può conoscere, perdendo il sonno, l'appetito e la salute dietro lunghissimi appostamenti nella folla della Messa di Natale e sotto le folte chiome dei mandorli lungo la strada che Fermina percorre due volte al giorno scortata dalla zia Escolastica per recarsi a scuola. E con costanza incrollabile Florentino continua a covare per anni nel profondo del suo cuore l'amore per la sua bella Fermina, malgrado lei sia diventata nel frattempo la splendente sposa del dottor Juvenal Urbino, filantropo e punto di riferimento per la comunità.
E quando poi a distanza di anni l'anziano dottore muore per un bizzarro incidente lasciando vedova la ancor bella Fermina ecco che Florentino, ormai avanti negli anni, col cuore in subbuglio si ripropone alla sua antica fiamma.
Poesia allo stato puro, sullo sfondo di una città coloniale disordinatamente affascinante anche nei suoi scorci più decadenti, sotto un sole implacabile o sferzata dagli uragani; e mentre il mondo si evolve, tra l'entusiasmo quasi infantile con cui il paese accoglie le prime stampe fotografiche ed i viaggi in battello lungo il fiume, l'amore di Florentino brilla con la fissità cocciuta di una stella, mentre Fermina, bella e ricca ma originaria di una famiglia dal passato oscuro, affronta a testa alta le difficoltà di un matrimonio con il dicendente di un'antica e rispettatissima classe del luogo.
Personalmente, il viaggio che preferisco nel mondo caraibico di Gabriel Garcia Marquez.

UN ASSAGGIO:

"Finì per non sopportare nulla e nessuno all'infuori di lui nella casa della sua sventura. La deprimevano la solitudine, il giardino da cimitero, l'incuria del tempo nelle enormi stanze senza finestre. Si sentiva impazzire nelle notti dilatate dagli urli delle pazze nel manicomio vicino. Si vergognava  dell'abitudine di preparare tutti i giorni la tavola per i banchetti, con tovaglie ricamate, servizi d'argento e candelabri da funerale, affinchè cinque fantasmi cenassero con una tazza di caffelatte e frittelle. Detestava il rosario all'imbrunire, le smancerie a tavola, le critiche costanti al suo modo di prendere le posate, di camminare con quei passi mistici da donna di strada, di vestirsi come al circo, e persino dei suoi metodi contadini di trattare il marito e di allattare il figlio senza coprirsi il seno con lo scialle. Quando fece i primi inviti per prendere il tè alle cinque di pomeriggio, con biscottini al burro e confetture di fiori, secondo una recente moda inglese, donna Blanca si oppose al fatto che in casa sua si bevessero medicine per sudare la febbre invece del cioccolato con formaggio fuso e fette di pane di manioca. "