domenica 8 marzo 2015

OTTO MARZO... CINQUE TITOLI per CINQUE DONNE ^_^

Otto marzo. giornata di mimose, banalità e luoghi comuni. L'otto marzo dovrebbe essere tutto l'anno, gli spogliarellisti unti e bisunti, le donne che in realtà non hanno pari opportunità e compagnia bella.

Ma nel mio blog ho scelto di occuparmi dei libri, e dei libri come mezzo per viaggiare; perciò, il mio otto marzo, è dedicato - prevedibile e scontato, ma d'altronde abbiamo detto che oggi è il giorno delle banalità, no? - ai romanzi che parlano di donne.
Ve ne consiglio cinque, ma se ne potrebbero elencare decine e decine, tante quanto le sfaccettature delle donne nella storia del mondo e della letteratura.



1. lo scorso anno proprio in occasione di questa giornata consigliai La Storia del Re Trasparente di Rosa Montero; e quest'anno ribadisco la mia scelta. Tanto per cominciare, perchè è un romanzo incantevole, scritto da una donna per parlare di una donna. Secondo, perchè è ambientato nel Medioevo ed intriso di quell'Amor Cortese che tanto decantava il sesso debole. Terzo, perchè lei, Leola, a dispetto del sesso debole e dell' Amor Cortese, incarna perfettamente lo spirito delle donne nel corso dei secoli. Costretta a travestirsi da uomo per proteggere sè stessa e per poter meglio riuscire nella sua impresa, Leola si rimbocca le maniche e parte alla ricerca del suo uomo. Altro che le principesse delle favole, addormentate in cima alla torre ad aspettare di essere salvate. Leola è una contadina, una coi piedi per terra, energica e inossidabile come solo noi donne sappiamo essere.
Perchè La Storia del Re Trasparente, dunque? Perchè Leola incarna lo spirito tenace e combattivo che noi donne sappiamo avere di fronte ad un mondo maschilista e di fronte a "maschi" che spesso perdono la loro "maschiezza", se mi passate l'improponibile gioco di parole.

2. Africa Social Club di Gaile Parkin.  Dall'Europa all'Africa, dal Medioevo al Ruanda che sta ancora cicatrizzando le ferite della guerra civile. In qyesta terra che non sembra far altro che piangere i propri morti ammazzati (dalla guerra tra fratelli, dall'AIDS, dal genocidio e chi più ne ha più ne metta), Gaile Parkin dipinge la delicata figura di una donna -Angel, dolce fin dal nome-che si inventa un lavoro da pasticcera e comincia a sfornare torte per celebrare gli eventi più disparati. Ebbene sì, perchè in un paese lacerato dal lutto che si riaffaccia alla vita, ogni cosa è una festa ed ogni festa va celebrata con gioia; e la dolce Angel impasta e decora le sue creazioni, riprendendo lei per prima in mano una vita spezzata dal dolore.
Perchè la dolcezza di Angel, dopo la Leola cruda e combattiva? Perchè Angel rappresenta la tenacia della dolcezza che noi donne sappiamo avere quando la vita ci prostra, quando le lacrime ci hanno prosciugato e ci sentiamo svuotate di tutto eppure andiamo avanti con un sorriso, perchè la natura ha messo sulle nostre spalle di sesso debole la responsabilità - ed il potere - di far star bene gli altri, averne cura, sorreggerli e confortarli. Quando riponiamo la spada e i muscoli che ci servono per farci largo nel mondo costruito dagli uomini per gli uomini e ci rintaniamo in casa, a sfornare sorrisi.

3. Ne ho parlato pochissimo tempo fa, ma mi sento di inserire decisamente in questo post anche Elizabeth Philpot e Mary Anning, protagoniste di Strane Creature di Tracy Chevalier. Due donne diversissime eppure con un tratto in comune, quello di essersi scavate faticosamente (e letteralmente a colpi di paletta e spazzola!) il loro cammino nel mondo accademico, quando tutto ciò era solo e soltanto appannaggio dell'uomo e la donna era relegata a docili attività casalinghe e ad una controllatissima vita sociale.Due personaggi esistiti realmente che hanno lottato contro il pregiudizio più duro a morire, quello che chi è stato provvisto di pene dalla natura abbia intellettualmente una marcia in più.
Non hanno sguainato una spada come Leola, non hanno dispensato agli altri la dolcezza di Angel ma hanno incarnato una terza dote delle donne: la testardaggine e la costanza nel conseguire i propri obiettivi. Duecento anni fa come oggi, faticare il doppio sul lavoro per ottenere la metà. Una storia da leggere perchè tratta di due donne vere che, ciascuna coi propri mezzi, hanno tenuto duro. E perorare la propria causa in un mondo accademico fatto di uomini non è certo da meno che imparare a menare fendenti nel medioevo.

4. Un grande classico della letteratura per una grande donna: la mia eroina preferita, Jane Eyre di Charlotte Bronte. Moderna, colta, educata eppure tosta, una che si mantiene da sola con dignità e con orgoglio, che non lascia che le convenzioni o ciò che pensano gli altri la influenzino, un personaggio indimenticabile.
Di lei ho già parlato nella recensione del libro; ma qui, in questo post dedicato all'otto marzo ed alle donne in generale la inserisco perchè tra le sua sfaccettature c'è un'altra delle grandi caratteristiche che noi donne abbiamo: la capacità di AMARE.
Guardate la piccola Jane ed il "suo" signor Rochester.... lui è burbero, solitario, neanche particolarmente affascinante, con una storia poco pulita alle spalle della quale appare restio a parlare e segreti apparentemente inconfessabili nascosti tra le mura spesse di un'antica dimora. Eppure lei, riflessiva, silenziosa eppure pronta ad esprimere con fermezza la propria opinione quando serve, paziente, combattiva, lo ama con fermezza e devozione e lo ama ancora di più quando lui più ne ha bisogno, quando è solo e ferito nel fisico e nel volto. Trascina via Rochester da un passato "brutto" verso una nuova vita, scrollandogli di dosso i ricordi per aprire a lui il suo cuore non convenzionale, indipendente ma capace di grandi sentimenti. Perchè noi donne siamo spesso anche questo: occhi capaci di scrutare dentro e far germogliare le scintille di "buono" che talvolta restano soffocate sotto le cicatrici dei brutti ricordi e dello scoramento. Sappiamo amare con tenacia e trascinare - noi, il sesso debole! - la barca in salvo quando si affronta la tempesta.

5.Uff... scegliere la quinta "donna letteraria" da ospitare in questo post non è stato semplice, talmente tante e varie sono le eroine uscite dalla penna degli scrittori di ogni tempo. Ma se il senso di questo post è trovare cinque personaggi che incarnino cinque aspetti dell'essere donna, la mia scelta non poteva che cadere su Tilo, protagonista di un delizioso romanzo intitolato La Maga delle Spezie.
Perchè proprio lei? Perchè Tilo incarna l'essenza dell'incanto dell'essere donna, lei che con la sua botteguccia piena di odori nella Oakland degli anni Ottanta non vende solamente polveri... lei osserva, studia, si immerge con empatia nella vita dei suoi clienti e utilizza le sue arti magiche per dipanare i grovigli della loro vita, silenziosamente, con pazienza e un affetto quasi materno. Non combatte come Leila, non sfida le convenzioni sociali come Elizabeth Pilphot, non scava nell'animo dell'uomo che ama per far rinascere in lui l'amore per la vita come Jane, in un certo senso come Angel mette a frutto una propria dote per far felici gli altri, ma rispetto a quest'ultima incarna l'ultimo aspetto tipico del gentil sesso: lo spirito di sacrificio. Tilo dedica la propria vita agli altri fino a quando l'incontro con un uomo non la spingerà a trovare un po' di spazio anche per sè stessa; Tilo, la Maga delle Spezie rappresenta le donne che si mettono da parte per gli altri, che siano essi la famiglia, dei perfetti sconosciuti o perchè no, una colonia di gatti randagi. ^_^
Donne che possono fare poco, eppure lo fanno, lasciando indietro sè stesse per questa indomabile vocazione di fare qualcosa per gli altri.


Questi i miei cinque titoli, le mie cinque (anzi, sei, perchè la Chevalier vale doppio!) eroine e le mie cinque motivazioni.
Augurando una buona festa della donna a tutte noi ^_^ blogger e non!



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