domenica 31 gennaio 2016

DEBORAH MEYLER - Lo strano caso dell'apprendista libraia

DOVE: New York
QUANDO: nei giorni nostri

Rieccomi a New York, città che non ho mai avuto il piacere di vedere dal vivo (il lavoro, il tempo, il bimbo piccolo, i soldi..) ma che di tanto in tanto "vivo" attraverso un buon libro. Ci ero stata con Cathleen Schine, tempo fa, e ci ritorno oggi con una storia semplice e poetica, anzi, incentrata completamente sul posto più poetico tra tutti i posti poetici, perlomeno per una ossessionata dalla lettura come me: una piccola, quasi anonima libreria, precariamente sopravvissuta nell'Upper West Side alla poderosa esplosione delle grosse catene. La Civetta, questo il suo nome, non è che un negozietto dall'aspetto stropicciato, dagli scaffali e i pavimenti invasi dai libri, che incurante delle lustre ed asettiche grandi metrature delle Barnes & Nobles che vanno fagocitando man mano le piccole librerie indipendenti, continua a brillare di luce propria, nel cuore di Broadway. Esme, trasferitasi dalla placida Inghilterra per motivi di studio - ha un prestigioso Master in Storia dell'Arte presso la Columbia University da portare a termina - vi si imbatte quasi per caso, e se ne innamora all'istante. Adora la disposizione deliziosamente caotica dei libri, adora il personale, adora le piccole chicche che giacciono, sepolte ed inesplorate, sui suoi scaffali impolverati.
E quando si ritrova, fulmine a ciel sereno, incinta e con un rapporto sentimentale più che traballante e tutti i suoi progetti di vita sembrano andare in frantumi, ecco che dalla vetrina della Civetta spunta un barlume di speranza: "CERCASI AIUTO".
Esme si aggrappa a quella speranza con tutta sè stessa, si mette in gioco, prende in mano la vita sua e quella della piccola creatura silenziosa annidata dentro di lei, ed incastrando orari delle lezioni e tempo libero inizia il primo passo verso una vita assolutamente nuova, lavorando nella piccola libreria, ed entrando così nel suo piccolo mondo di stravaganti clienti abituali - il giovanotto appassionato di Nabokov, o l'eccentrico newyorkese con l'asciugamano avvolto in testa a mo' di turbante, per citarne un paio - e di homeless in cerca di qualche lavoretto, o semplicemente di qualcuno con cui scambiare due chiacchiere.
E mentre Mitchell, il suo brillante e snob  fidanzato/ ex fidanzato nonchè padre della creatura continuamente tentenna tra lei e "le altre", Esme procede dritta, consapevole, forte come solo una donna sa essere, anche quando ha solamente ventitrè anni, ed è sola a migliaia di chilometri dalla sua famiglia con un lavoretto part-time, un figlio in arrivo e un Master che richiede piena concentrazione.
Ma dopotutto, non ci hanno insegnato che a New York tutto è possibile, perfino rifarsi una vita quando tutto sembra disperato? ^_^
Una bellissima storia di forza, di coraggio, di speranza e di libri. Di persone che ancora credono che il commercio sia fatto anche di sorrisi e piccole attenzioni per l'individuo. Di una città piena di stimoli, di vetrine scintillanti, di neon, di luci, di negozietti orientali aperti tutti i giorni a tutte le ore, di taxi gialli e di senzatetto che si spengono nell'indifferenza di tutti, sebbene sotto ai loro occhi.


UN ASSAGGIO:

"Sono in anticipo, perciò posso concedermi una passeggiatina sulla Broadway. Fuori dal mercatino di Brunori c'è del crescione nel ghiaccio, voluminose cassette di succulente ciliegie scure e asparagi legati con nastri viola. Appartiene ad una famiglia di iraniani che, dopo una scrupolosa indagine di mercato sull'Upper West Side ha deciso di darsi una patina di sapore italiano. Entro, e sulla soglia mi accoglie un buon profumino di pane caldo all'uvetta e cannella. Se fai due passi sulla destra, si sente odore di caffè appena fatto. Se vai al reparto di frutta e verdura, senti odore di erba e terra. Non è un negozio grande, è solo strapieno di roba. Compro sei albicocche tra il rosso e l'arancione, vellutate e perfette, importate da qualche posto in cui è ancora estate.
Sono incerta se tradire il mio abituale rivenditore di bagel per uno appena aperto sulla strada, ma una folla di gente ansiosa di provarlo mi rende la decisione più facile. Gli inservienti saranno nuovi, i clienti non sapranno cosa devono scegliere, e io non sono brava ad aspettare. Non so mai a cosa pensare durante l'attesa."


2 commenti:

  1. Ciao letizia! Sono contenta che questo libro ti sia piaciuto! È sulla mia lista da molto tempo ma avevo letto dei pareri negativi e così non mi decidevo a leggerlo.
    Con la tua bella recensione però mi sento di rivalutarlo e dargli un'altra possibilità! ;)

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    1. Ciao carissima... onestamente credo tutto dipenda dall'approccio che si ha con la lettura.. per quanto mi riguarda, come credo emerga bene dallo spirito del blog, per me leggere significa VIAGGIARE con la mente. Perciò qualsiasi libro mi consenta di vivere una vita diversa dalla mia, mi attrae ^_^.
      sono una lettrice abbastanza onnivora e non storco mai il naso davanti a niente, cerco di non avere pregiudizi e lascio che il libro compia il suo piccolo incantesimo, quello di intrattenermi :-)
      Personalmente a me non è dispiaciuto, non è un libro che ti lascia grossi strascichi dentro nè uno di quelli che abbandoni a malincuore, ma scorre gradevolmente, sa di piccole cose, di new york, di libri e di quotidianità.. io credo che una chance la meriti ;-)

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