mercoledì 10 febbraio 2016

JONATHNAN COE - La Banda dei Brocchi

DOVE: Birmingham, Regno Unito
QUANDO: anni '70

Tutto ha inizio nel 1973, in una Birmingham marrone e piovosa,  ribollente del malumore di una classe operaia stanca ed affamata di diritti. Più o meno negli stessi anni in cui i due protagonisti di "Due di Due" di De Carlo vedono rinsaldarsi la loro amicizia, in una Milano benestante a malapena scossa dalle proteste studentesche, qui nel cuore dell'Inghilterra industriale altri quattro ragazzi vedono fiorire la loro amicizia.Benjiamin Trotter, Philip Chase, Doug Anderton (i cui padri sono legati per motivi diversi ai destini della locale fabbrica di automobili ed alle proteste violente degli operai), oltre al ribelle Harding, prolifico ideatore di scherzi più o meno feroci, frequentano tutti quanti il King Williams, prestigiosa scuola destinata - questo almeno sperano i loro genitori - a proiettarli verso una laurea ad Oxford ed un brillante futuro. Qui, tra le austere mura della scuola, i quattro intrecciano le loro vicende personali, fatte di insicurezze, musica, sogni infranti, piccole e grandi difficoltà quotidiane, cuori spezzati, vacanze in un Galles aspro e spigoloso.
Ma quelli non sono anni qualsiasi. In Inghilterra come in Italia, tutto sembra fremere, ribollire, come un lago di lava che qua e là scoppia in enormi, rosse bolle letali.
Freme la scena musicale, in una continua evoluzione (dagli Harthfield and the North, con il loro The Rotters' Club che ha ispirato il titolo, passando per gli Henry Cow, fino ai primi ruggiti del punk dei Damned.)
Freme la politica, con gli integralisti (cattolici!!) dell'IRA che seminano sangue e terrore piazzando autobombe nei pub, mentre gli scioperi paralizzano le aziende e la polizia scandalizza l'opinione pubblica caricando i manifestanti. Sudditi di sua Maestà che si mordono uno con l'altro, come cani rabbiosi.
Freme la società, quando al King Williams viene ammesso - primo nella storia - uno studente di colore, Steve Richards, unico in tutta la scuola, che affronta a testa alta il soprannome di Rastus immediatamente affibbiatogli dai suoi compagni.
Tutto è in evoluzione, tutto è sospeso, tutto e tutti sembrano impegnati in una lotta aspra tra passato ed innovazione, modernità e tradizione. Anni straordinari, tutto sommato, per essere degli adolescenti le cui menti, per definizione, sono proiettate in avanti, verso il progresso, verso il domani, verso le decine di migliaia di opportunità che il mondo sembra offrire.
Coe offre un viaggio straordinario verso anni che ci appaiono improvvisamente lontani, ingenui, spigolosi eppure traboccanti di speranza.Un viaggio da godersi comodi comodi, assaporando una tazza di tè bollente ma soprattutto mettendo in sottofondo i tanti, tantissimi riferimenti musicali di cui il libro è disseminato, per entrare DAVVERO nello spirito dell'epoca.


UN ASSAGGIO:

"Fu una serata fantastica. Ti ci potevi perdere in tutto quel rumore. I piccoli problemi, come il fatto che eri senza soldi e non sapevi dove andare a dormire scomparivano in quel mare di accordi e sudore e birra e distorsioni e corpi che saltavano e si lanciavano frenetici per aria e poi per terra come pazzi senza quasi seguire il ritmo della musica. Doug non aveva mai sentito prima nessuna di quelle canzoni, ma nei mesi e negli anni a venire sarebbero diventate i suoi migliori amici: Deny, London's burning, Janie Jones. Restò pietrificato per l'aspetto e per la voce di Joe Strummer che gridava, strillava, cantava, ululava nel microfono: i capelli fradici di sudore, appiccicati alla testa, le vene del collo tese e pulsanti. Doug si arrese a tutto quel rumore e per un'ora trampolò come un indemoniato nel cuore denso e palpitante di una folla di duecento e più persone. Il calore e l'energia erano irresistibili. Alla fine del concerto si avvicinò barcollando al bancone del bar e lottò per trovare un posto mentre i fan schiamazzavano cercando di placare la loro sete. Fu spinto e strattonato ma restituì alla pari spinte e strattoni e finì col sentirsi per la prima volta, quel giorno, meravigliosamente e inaspettatamente a posto."