martedì 11 aprile 2017

DOUGLAS ADAMS - Ristorante al termine dell'universo

DOVE: a spasso nell'universo
QUANDO: avanti e indietro nel tempo, partendo dagli anni '80 del pianeta terra.

Rieccomi qui, con Douglas Adams. Dopo la Guida Galattica, ho preso gusto al suo stile scorrevole ed alla pungente ironia, e dopo un po' ne ho sentito la mancanza. Pur non essendo - come dicevo nella prima recensione - nè un'appassionata nè un'esperta del genere, le strampalate avventure di Arthur Dent mi hanno conquistata. E, confesso, il secondo capitolo della sua bizzarra saga mi è piaciuto forse anche più del primo. Per dirne una, mi fa impazzire l'idea degli esuli del pianeta Golgafricham; non voglio rovinare la sorpresa a coloro che si avventureranno tra le pagine di questo libro: mi limito a dire che la trovo una storia nella storia a dir poco geniale nella drammaticità della sua ironia.
Ma procediamo, per quanto possibile, con un certo ordine; prepariamoci ad abbandonare letti, divani, treni sferraglianti - o qualunque sia il luogo in cui ci troviamo materialmente quando apriamo il libro - per essere catapultati nella solitudine gelida dell'universo, in una grossa e solida astronave all'interno della quale vagano nella fissa solitudine delle stelle i nostri protagonisti. Zaphod Beeblebrox, egocentrico ma poco autoritario Presidente della Galassia; Ford Prefect, autostoppista spaziale originario di Betelgeuse; Marvin, robot incline all'autocommiserazione, e i due ultimi superstiti dell'ormai scomparso pianeta terra: Trillian e Arthur Dent, appunto, il quale, rassegnatosi  ormai all'idea di dover vagabondare senza meta nel gelo del cosmo, cerca disperatamente di alleviare il vuoto che lo attanaglia cercando di procurarsi perlomeno una buona tazza di tè.
La missione di questa variegata compagnia è apparentemente complessa: trovare la persona che governa davvero l'universo.  E per farlo, inevitabilmente ci saranno salti spazio-temporali, esplosioni, viaggi interstellari, navi spaziali distrutte, il tutto condito con lo spirito, l'ironia e l'intelligenza che caratterizzano la penna dell'autore.
Di galassia in galassia, stavolta ci spingeremo fino ai confini dello spazio-tempo, in un bizzarro ristorante di lusso nel quale è possibile mangiare assistendo nel contempo alla creazione dell'universo stesso; arriveremo nella squallida e pestilenziale Ranonia per affrontare il Vortice, l'orrenda tortura cui nessun essere vivente è mai sopravvissuto, conosceremo il popolo di Golgafricham, in fuga e alla deriva da decenni, in cerca di un nuovo pianeta da colonizzare; e transiteremo su Orsa Minore Beta, dove risiede la casa editoriale Megadodo, editrice della Guida Galattica per gli autostoppisti, appunto.
So che chi non ama il genere storcerà il naso; suona tutto terribilmente "metallo, esplosioni, guazzabugli tecnologici, gravità zero", eppure nel secondo libro come nel primo c'è anche molto, molto di più... Ci sono spunti di riflessione continui sul nostro stato di piccoli esseri umani a cospetto del cosmo; c'è tanta tanta ironia, c'è la capacità di affrontare con leggerezza concetti complessi come il senso stesso della vita, e le leggi che governano l'universo.
E, sempre senza spoilerare nulla, vi invito ad intraprendere questo viaggio, pagina dopo pagina, fino ad incontrare insieme ai protagonisti l'uomo che governa davvero l'universo.
Lo adorerete :-)

UN ASSAGGIO:

"In una stanza di uno dei bracci del ristorante un uomo alto e sottile scostò una tenda, e di colpo l'oblio lo guardò in faccia.
Non era, in effetti, una gran bella faccia, forse perchè l'oblio l'aveva guardata troppe volte. Innanzitutto era troppo lunga, poi gli occhi erano troppo incavati e cerchiati, infine le guance erano eccessivamente infossate e le labba eccessivamente sottili. Senza parlare dei denti, che sembravano vetri di finestra appena lavati. Le mani che reggevano il lembo sollevato della tenda erano anch'esse lunghe e sottili, e per di più fredde. Dal modo in cui stavano posate, leggere e nervose, sulla stoffa, si sarebbe detto che se  il loro proprietario non le avesse sorvegliate come un falco avrebbero potuto sgattaiolare via per conto proprio per fare cose innominabili in qualche angolo.
L'uomo lasciò cadere di nuovo la tenda, e la luce terribile che aveva giocato per un attimo sui suoi lineamenti andò a giocare su qualche superficie meno deprimente.
Girò su e giù per la stanza come una mantide che contemplasse la vittima che avrebbe mangiato per cena, poi si sedette su una sedia zoppa accanto a un tavolo da disegno, e sfogliò un giornalino di barzellette."

giovedì 6 aprile 2017

LEWIS CARROL - Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo Specchio


DOVE e QUANDO: in un mondo immaginario, nella seconda metà dell'Ottocento

Ho sempre avuto un debole per Alice; al di là dello straordinario film Disney, ricordo di aver divorato il libro preso in prestito dalla biblioteca della classe in un giorno o poco più; libro che, ricordo, la maestra mi aveva consigliato, visto che ero all'epoca - come ora - parecchio incline ai viaggi mentali ^_^ 
E' stato quindi con grande piacere che a trenta e forse più anni di distanza l'ho ripreso in mano, in questa edizione economica attraverso la quale ho spulciato anche, per la prima volta, la strabiliante storia "dietro le quinte" del mio amatissimo romanzo (linko qui la pagina di Wikipedia, per tutti coloro che volessero dare una sbirciatina alla biografia dell'autore).
Dunque, dicevamo, Alice. Inutile anche delineare la trama, tanto è entrata ormai nell'immaginario collettivo, proposta e riproposta in tutte le salse; diciamo che si tratta, come è ovvio, di un viaggio letterario che richiede di lasciarsi andare completamente, con mente aperta, in modo da godere appieno delle miriadi di invenzioni fantasiose di cui sono zeppe le pagine del libro, ed apprezzare la bellezza del nonsense, delle filastrocche, della fantasia lasciata andare a briglia sciolta, della mentre che respira una boccata di freschezza che la disintossica dal grigiore della quotidianità.
Il Coniglio Bianco, il bizzarro tè del Cappellaio Matto con la Lepre Marzolina, il Gatto del Cheshire con il suo ghigno incantato, Humpty Dumpty, il Dodo, liquidi misteriosi che fanno crescere o rimpicciolire, lo strampalato cricket con l'irritabile Regina di Cuori e la sua corte trepidante, ed ancora la Finta Tartaruga con la sua storia senza capo nè coda, e la Regina Rossa coi suoi discorsi ingarbugliati, un triste Cavaliere che non sa andare a cavallo; una carrellata di personaggi ineguagliabile, un viaggio senza tempo, senza scopo, se non quello di distrarre, strappare un sorriso, distendere i nervi, farci evadere.
Rileggendola oggi, più che allora, devo dire che lo apprezzo, anche se forse ho perso un pochino negli anni la capacità di apprezzare tutto ciò che appare slegato dalla logica.. Veloce, leggero, scanzonato, un libretto che si legge in fretta e si gusta d'un fiato, se si ha voglia - come è successo a me - ti fare un balzo a ritroso nell'infanzia.

UN ASSAGGIO:

" "Via, piangere non serve proprio a nulla!" disse a sè stessa dopo un po', con molta energia. "Ti consiglio di piantarla immediatamente."
Di solito Alice si dava degli ottimi consigli (sebbene li seguisse piuttosto di rado) e qualche volta addirittura si rimproverava così severamente da farsi venire le lacrime agli occhi; un giorno, perfino, cercò di tirarsi gli orecchi perchè aveva imbrogliato sè stessa giocando una partita di croquet contro se stessa. Perchè questa curiosa bambina si divertiva un mondo a far finta d'essere due persone.
"Ma ora" pensava la povera Alice " non mi servirebbe a nulla fingere di essere due persone. Sono una quantità così piccola, che basta appena per una sola persona che si rispetti!"
A un tratto, i suoi occhi caddero su una scatolina di vetro che era sotto la tavola; l'aprì e ci trovò un minuscolo pasticcino sul quale era scritto con belle lettere maiuscole "MANGIAMI".
"E va bene" disse Alice. "Lo mangerò, e se fa crescere vuol dire che arriverò alla chiave; se invece mi riduce ancora più piccina, passerò sotto la porta; così in un modo o nell'altro entrerò nel giardino e succeda quel che vuol succedere!" "